Trieste - il Ferdinandeo sul colle di Chiadino

Contrada di Chiadino è un borgo o rione suburbano di Trieste, situato nella parte est della città e che comprende le località di Chiadino, Chiadino in Monte facente capo alla parrocchia di Santa Caterina da Siena, San Luigi facente capo alla parrocchia di San Luigi Gonzaga, e del Boschetto che va da San Luigi a Longera.Corrisponde al colle di Chiadino delimitato ad ovest dal centro della città, a nord-est dalla zona di San Giovanni (Guardiella) e a sud sud-est dalla zona di Rozzol.
Sulla sommità del colle si trovano: in località Cacciatore, l'edificio del Ferdinandeo, eretto nel 1858 in onore dell'imperatore Ferdinando I d'Asburgo, ed ora sede del MIB School of Management. Villa Revoltella, costruita nel 1853 per il barone Pasquale Revoltella, ed ora parco cittadino, con la villa, il parco, la gloriette, la serra e la chiesetta dedicata a San Pasquale Baylon. Il versante nord-est del colle è occupato invece dal bosco del Farneto (dal nome della farnia, un tipo di quercia), comunemente chiamato Boschetto, un ampio polmone verde per la città. (Wikipedia)
Agli inizi dell'Ottocento la zona viene bonificata e sistemata con la creazione di "bellissime strade, separando quelle destinate ai pedoni da quelle più larghe pei ruotabili e cavalieri" e di un nuovo sentiero utilizzato per raggiungere la sommità del colle, conosciuta come "Il Cacciatore" dal nome della piccola birreria qui presente; in questi anni si assiste alla costruzione di edifici e ville di campagna, tra cui Villa Stern e Villa Revoltella. Dal monte chiamato del Farneto prende il nome il bosco omonimo, donato alla città di Trieste nel settembre 1844 dall'imperatore Ferdinando I, garantendone l' apertura al pubblico. Viene costruito l'edificio in memoria del soggiorno triestino dell'imperatore.

L'immobile sarà realizzato tra il 1856 ed il 1858 dall'architetto Giuseppe Sforzi, su progetto del berlinese Georg Heinrich Friedrich Hitzig, consigliere alle fabbriche del Re di Prussia. L'edificazione della struttura viene preceduta dal concorso finanziario del Comune, di banche e di privati cittadini, per una spesa di 117.000 fiorini. Le fonti contemporanee ricordano lo splendido palazzo, "destinato ad ospitare chi desideri passare l'estate in questa deliziosa località", e dotato anche di sala da ballo al pianterreno, sale da pranzo, da gioco, del caffè e tre gallerie.

Nel 1899 l'edificio risulta dotato di stanze per villeggianti, di una grande terrazza adibita a trattoria e dell"Hotel Ferdinandeo", prima condotto da Maria Mrak poi da Vittorio Martinis. Il ristorante e l'albergo rimangono attivi fino al 1914. Durante la Seconda Guerra Mondiale il palazzo viene occupato prima da un Comando Tedesco, poi da partigiani slavi e successivamente dagli anglo-americani che si impossessano di gran parte degli arredi. Negli anni seguenti l'edificio viene adibito a varie destinazioni d'uso, nessuna delle quali tuttavia consona alla "nobiltà" dello stesso, come lamenta Ferdinando Ressel in una lettera scritta nel settembre 1967 alla Soprintendenza Gallerie e Monumenti. Nel 1985 l'edificio viene restaurato attraverso la sistemazione degli ambienti interni, il rifacimento degli intonaci esterni e la demolizione della veranda d'ingresso. A seguito delle disposizioni prese dal commissario governativo dal 1993 l'edificio ospita il MIB-Master International Business, consorzio creato dalle Università di Trieste ed Udine.

Il gruppo scultoreo collocato alla sommità della balaustra della facciata principale, costituito da due figure femminili rappresentanti Giustizia e Gloria, reggenti una ghirlanda con al centro il busto dell'imperatore Ferdinando I, accompagnato dall'iscrizione "Recta Tueri", è opera dell'artista Angelo Cameroni, autore anche di una Madonna per la facciata del Castello di Miramare; le quattordici cariatidi che sostenevano il tetto del Teatro Armonia, oltre a numerosi monumenti funerari del cimitero.

Il Ferdinandeo sorge nell'area della contrada di Chiadino, attraversata dal torrente Rozzol ed estesa sul colle omonimo.
Il territorio, occupato in origine da vigne, campi e boschi, viene ricordato come località ideale per l'attività di caccia e del tiro a segno praticata dai nobili triestini.

Il toponimo Farneto, noto almeno fin dal Trecento, deve il proprio nome a “farnus”, una varietà di quercia, e deriva dal latino “Farnetum” cioè “bosco di farnie”. Maria Theresa d'Austria, intorno al 1750, volle accrescere la tutela su questo parco nominando un cacciatore nel ruolo di guardabosco o sorvegliante, con l’obbligo di dimora, costruendo sulla sommità del colle la sua abitazione. Ciò spiega perché, ancora oggi, gli abitanti chiamano questa zona con il toponimo di “Cacciatore”: la denominazione infatti è della fine del Settecento ed è la traduzione in lingua italiana del tedesco Jäger, abbreviazione di Jägerhaus (Casa del Cacciatore), che si riferisce proprio all'abitazione edificata, verso la metà del Settecento in cima al colle, per ospitare un cacciatore guardaboschi (oggi non più esistente). Il nome zum Jäger (al Cacciatore) venne poi dato, nell'Ottocento, anche a una vicina osteria e da allora entrò definitivamente nell'uso popolare.

.Curiosità.... gli avi di Pietro Kandler, storico triestino tra i più illustri, erano originari della Scozia, dove il casato Chandler sopravvive ancora numeroso. Adamo Chandler, il bisnonno del grande storico triestino Pietro Kandler, venne chiamato in qualità di giardiniere del parco imperiale viennese di Schònbrunn (gli inglesi erano allora molto abili nell’arte del giardinaggio tanto da giustificare e meritare la definizione corrente di “giardino all’inglese”). Un incauto amoretto allacciato con una dama altolocata di corte gli procurò l’immediato allontanamento e l'esilio a Trieste dove l'Imperatore lo mandò come guardabosco proprio del bosco Farneto, allora ancora proprietà imperiale. (Fonte: Dino Cafagna)



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